Doctor 33: privato più propositivo del pubblico nei progetti di prevenzione
Il portale per i medici Doctor 33 dedica un ampio articolo alla presentazione avvenuta a Roma dei dieci progetti concorrenti del Premio eHealth4all. Lo riportiamo di seguito.
E-Health: privato più propositivo del pubblico nei progetti di prevenzione
Nell’Ict in sanità scende in campo la piccola impresa italiana. Si potrebbe riassumere così il filo conduttore della terza edizione del premio eHealth4all che nell’arco di due anni premia l’ideazione e la messa su strada dei migliori progetti informatici di prevenzione “made in Italy” basati sull’uso di smartphone e pc. Ideato da ClubTi Milano, co-organizzato dall’Associazione per il Calcolo Automatico AICA e dal Club Dirigenti Tecnologie dell’Informazione CDTI, il concorso biennale ha selezionato anche quest’anno dieci concorrenti, presentati ieri a Roma in Campidoglio. Ma se nelle precedenti edizioni in concomitanza con Expo e Giubileo si chiedeva ai candidati di puntare rispettivamente su soluzioni per migliorare stili di vita, alimentari in primis, e agevolare l’accesso ai servizi alle categorie svantaggiate (immigrati inclusi), quest’anno si è chiesto di scommettere su soluzioni informatiche 4.0, sul machine learning, sul “non banale”.
E qui la prima sorpresa. Mentre la maggioranza dei concorrenti gli anni scorsi era costituita da enti pubblici – Asl e Regioni – o da partnership pubblico-privato, quest’anno c’è un fortissimo impatto di privati e start-up: ben sette (più un ottavo progetto in partnership tra una startup lombarda e l’Asst Spedali Civili di Brescia sul monitoraggio a distanza dei trapiantati di midollo osseo). Grande anche la varietà dei progetti: si va dalla sedia a rotelle che ottimizza gli sforzi di paziente e caregiver allo specchio da film di fantascienza capace di rilevare i parametri vitali del paziente cardiopatico, dal telemonitoraggio dei pazienti cardiochirurgici, dei cronici seguiti da piano assistenziale individuale, dei parkinsoniani, alla sorveglianza della corretta assunzione di farmaci e aderenza alle terapie, fino al rilevamento di parametri che segnalano inquinamento nel luogo dove si lavora. Nei due casi in cui il proponente è pubblico – da Veneto e Puglia – l’accento si sposta sul rapporto Cittadino-Pubblica amministrazione, rispettivamente dal punto di vista della deburocratizzazione delle prescrizioni e da quello dell’adesione ai programmi vaccinali con tanto di recall per chi si dimentica. I progetti vengono quattro dalla Lombardia, due dalla Puglia e uno ciascuno da Trentino, Basilicata, Toscana, e Veneto; saranno monitorati per un anno da un comitato scientifico di economisti, medici, informatici, esperti di comunicazione (tra cui il presidente Digital Sit Gianfranco Gensini, Eugenio SantoroMario Negri, il presidente ISS Walter Ricciardi), poi la premiazione. «Mentre dal punto di vista di Asl e regioni (ma anche medici di famiglia) la spesa per l’innovazione digitale in sanità cresce a ritmo molto moderato, come testimonia il rapporto 2018 dell’Osservatorio del Politecnico di Milano presentato due giorni fa, staremmo registrando un salto di qualità della ricerca applicata nel privato, aziende di piccole e piccolissime dimensioni», conferma Ornella Fouillouzemembro del comitato organizzativo Club Ti Milano e ideatrice del Premio.
A testimoniare la vivacità italiana, non solo l’esperienza del Centro di Telemedicina del Policlinico Casilino presentata in Campidoglio, ma anche la crescita esponenziale di sessioni congressuali su “tele-progetti” osservata da Luciano De Biase, cardiologo dell’Università la Sapienza e organizzatore dell’incontro per il Club Dirigenti Tecnologie dell’Informazione. De Biase non pensa che la nuova normativa Ue sul trattamento dati sanitari in vigore dal 25 maggio possa costituire un ostacolo a questo “piccolo rinascimento digitale” italiano. «Rispetto a paesi che non hanno fatto nulla o quasi, in Italia in tema di privacy abbiamo legiferato nel dettaglio, e anche se il paese è grande e qualche realtà può aver applicato la normativa in modo insufficiente o con irregolarità, ci sono presupposti e conoscenze per un adeguamento rapido ai nuovi dettami. Sono inoltre convinto che le aziende italiane non sfigurino nelle soluzioni per la Telemedicina, anche a livello internazionale. Dobbiamo forse, in assoluto, fare di più nel campo delle soluzioni relative a sensori innovativi ed essere più forti nelle soluzioni di sistema. Ma la strada è tracciata».