eHealth4all, boom dei partecipanti per la III edizione. L’annuncio all’evento organizzato con Assintel per la Digital Week

Venticinque, una cifra molto superiore alla scorsa edizione. Tanti sono i concorrenti che hanno mandato i loro progetti al sito del Premio eHealth4all alla mezzanotte del 15 marzo, momento di scadenza del bando. Si preannuncia dunque agguerrita la contesa tra start-up, ospedali, atenei, operatori pubblici e privati che partecipano: un percorso che snodandosi per tutto il 2018 e la prima parte del 2019 porterà alla premiazione i candidati i cui lavori presentano le migliori prospettive di sviluppo e applicabilità. Il dato è stato anticipato alla presentazione della III Edizione del Premio, organizzata dal Comune di Milano a Palazzo Castiglioni nell’ambito della Digital Week. Ospiti di Assintel e Confcommercio, Ornella Fouillouze vicepresidente di Club Ti Assolombarda, Anna Verrini rappresentante di AICA nel comitato organizzativo e Giorgio Malagoli segretario del comitato scientifico, insieme al Presidente della Società Italiana di Telemedicina Gianfranco Gensini e a Gabriella Borghi di Cefriel hanno illustrato le linee evolutive del concorso e presentato due candidati della scorsa edizione i cui progetti, poi piazzati ai posti d’onore, hanno avuto successo. Sempre in relazione ai concorrenti della nuova tornata, dal meeting milanese rimbalza una notizia confortante. «I progetti – anticipa Ornella Fouillouze – arrivano da tutta Italia, con la Lombardia a fare come di consueto la parte del leone con circa metà delle candidature ma anche Regioni di Nord, Centro e Sud. L’informatizzazione dei sistemi sanitari regionali sembra fare da volano allo sviluppo dei progetti e correre di pari passo con l’incremento di iniziative di e-health per salute e benessere dei cittadini».

Il titolo della nuova edizione del Premio è Prevenzione 4.0. «Nei prossimi mesi sarà posta la massima attenzione all’uso di nuove tecnologie, a progetti che guardino al futuro, al “machine learning” come alla capacità di dialogo tra sistemi remoti, e alla finalità chiave di semplificare la vita al paziente», spiega Malagoli. Non a caso i due progetti “Ultraspecialisti” e “Buonapp@it”, rivolti rispettivamente a una platea di pazienti oncologici in cerca di una second opinion specialistica da varie parti d’Italia presso medici di strutture specializzate e a gruppi di adolescenti e preadolescenti che –tra gli scout come in colonia – apprendono ad alimentarsi correttamente, facilitano l’accesso da una parte al medico giusto e dall’altra al cibo giusto. Infostranieri per la salute vincitore dell’ultima edizione facilita il dialogo tra pazienti extracomunitari e l’Asl per le pratiche vaccinali, il controllo delle patologie d’importazione e acquisite, la gestione della burocrazia sanitaria. «Anche quest’anno il premio si snoderà sull’asse Milano-Roma (dove opera l’altro braccio del comitato organizzativo, a cura del CDTI ndr). Entro primavera – sottolinea Anna Verrini –selezioneremo i 10-12 lavori migliori e valuteremo la loro evoluzione per un anno intero, li “proveremo su strada” prima di votare il migliore; la presentazione ufficiale dei concorrenti avverrà a Roma di fronte al Comitato scientifico formato da 25 membri –informatici, medici, economisti da tutta Italia–, mentre per la premiazione a fine percorso si torna a Milano». Chiude Gianfranco Gensini, presidente SIT e cardiologo, secondo cui questa edizione rappresenta un punto di svolta: «In primo luogo, finalmente si lavora sulla qualità dei processi e la capacità dei concorrenti di offrire un valore aggiunto digitale “misurabile”. In secondo luogo, si va al superamento della distinzione, fondamentalmente erronea, tra prevenzione primaria dove si evita la ricorrenza-malattia, secondaria, dove si previene l’effetto della malattia, e terziaria dove si previene la ricaduta: la prevenzione va impostata globalmente, potendo all’inizio del percorso di vita. Un esempio è l’alimentazione: quanto i bambini apprendono dai 3 agli 8 anni condizionerà la loro capacità di alimentarsi correttamente nel resto della vita, e siccome i nativi digitali più o meno alla stessa età imparano a usare l’iPad, dall’interazione Ict-suggerimenti sugli stili di vita potrebbe nascere una corretta gestione della propria salute. Una nuova era».